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LE DONNE VERE HANNO LE CURVE

 

E’ un film statunitense del 2002 diretto dalla colombiana Patricia Cardoso e prodotto da George LaVoo . Tratto dall’opera teatrale “Real Women Have Curves” della scrittrice messicana Josephine Lopez , cosceneggiatrice  del film , la pellicola  è vincitrice del Sudance Film Festival di Robert Redford ed ha ottenuto il Premio speciale della giuria per la recitazione . è interpretato dalla giovane attrice messicana America Ferrera ( al suo primo esordio ) e dalla bravissima Lupe Ontiveros , attrice sudamericana che da vent’anni interpreta ruoli secondari in quell’industria cinematografica che, lavorando per stereotipi, distribuisce i ruoli a seconda dell’appartenenza etnica .

Ambientato nella comunità ispanica di Los Angeles, il film mette in scena un conflitto generazionale che si configura come una piccola rivoluzione, un cambiamento che passa in primo luogo per il “corpo”: Ana è troppo grassa per la madre , troppo grassa per trovare marito .

Questa visione strumentale del corpo femminile , custodita dal pregiudizio tradizionalista delle donne della famiglia e sancita dall’immaginario collettivo della società contemporanea , viene rifiutata dalla giovane ,che  , consapevole delle sue potenzialità ,userà le sue forme come segno orgoglioso della differenza.

Voluminoso e imponente, il corpo femminile senza abbellimenti e artifici erotici  ma con semplicità e onestà sconcertante, irrompe sulla scena della differenza sessuale che porta oltre il film . I corpi delle protagoniste sono grassi e sono un teatro che innesca fra donne relazioni intergenerazionali e scontri tra madre e figlia in uno scambio molto, molto femminile e femminista di odi e di amori senza stacco e sono così reali che non sarà difficile riconoscerli nelle stesse storie delle donne che l’hanno inventate .

Film di matrice etnica, ma a differenza che ne ”Il mio grasso grosso matrimonio greco”, film accomodante e conciliatorio, l’opera prima di Patrizia Cardoso non accetta alcun compromesso e non ha paura di mettere in scena lo strappo più doloroso: la ferita della separazione .

 

Soverato, 17 novembre 2010

 
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